Questo pezzo l'avevo scritto un paio di mesi fa, e mai pubblicato. Nel giorno della caduta del governo - a proposito, ma cade?accetto scommesse - in virtù dei Malpancisti, mi pare carino proporvelo.
Lo so, lo so. Che vi state già piegando in due alla ricerca di improbabili spiegazioni. Ma la soluzione è una, e semplice: ho passato l'intera giornata di ieri (5 settembre, ndr) in preda a un assurdo dolores de panza - e sì, anche de sostanza, nel senso che faceva male parecchio. Oltre ad avermi fornito il tempo libero per decidermi, finalmente, a pubblicare, mi ha causato una serie di riflessioni fra il serio e l'allucinato. Di seguito, la cronaca di 24 ore di comunella fra neuroni ormai andati e visceri evidentemente iscritti a CGIL, e dunque in sciopero settembrino.
ore 3 a.m. (circa): mi sveglio. Di già? Che pizza, il caldo... ah, no, mi ha svegliato il mal di pancia. Bah, passerà. Mi rigiro.
ore 3.30: cribbio, non passa.
ore 4.15: porca miseria, ho l'appendicite.
ore 4.20: porca miseria. Non ho tempo per farmi operare di appendicite.
ore 4.30: fermi tutti. Tranquilli. L'appendice è a destra.
ore 4.31: o no?
ore 6.00: ehi, forse ho dormito! Però perché sono abbracciata a un cuscino e non ricordo di averlo preso?
ore 7.30: magnifico, ora ho anche la nausea. Provo ad alzarmi e curarla con un tè.
ore 7. 40: censura.
ore 8.30: inizia a fare prepotentemente caldo. Il che non è un bene, considerato che l'istinto mi suggerisce di stare sotto le coperte. Mi decido a raccontare tutto al Socio, appena chiamerà.
ore 9.30: telefonata col Socio. Si preoccupa più di me. Tenero. Awwww.
ore 10: controllo su Wikipedia dov'è l'appendice.
ore 14: non so come, ma ho dormito 4 ore, e ho anche un po' fame. Starà passando. Danza tribale di giubilo.
ore 14.30: ok, forse mangiare non è stata una grande idea. Il Socio propone consulto medico-familiare. Dopo breve resistenza, mi arrendo - anche perché inizio a essere seriamente perplessa.
ore 15: 12 ore in preda al mio demone interno. Responso: niente di grave, aspetta e passerà. Provo a studiare. Decido che è meglio dormire.
ore 18.30: sudata come un animale. E adesso il dolore è a destra. Va bene, stavolta sono preoccupata sul serio.
ore 19: rassicuro tutti al telefono. Appena metto giù, mi scatta il panico.
Inutile raccontarvi il resto della giornata - evidentemente non sono morta, e sì, la mia appendice è ancora al suo posto. Ma chiudo chiedendomi: imparerò mai che chiedere aiuto non è un reato, o continuerò a comportarmi nel miglior stile del maschio al volante? Arrivata alle sette di sera avevo paura. Una paura folle. Ma non mi sono concessa di tirare su il telefono e piangere con nessuno. Perché, tanto, sapevo che non avrebbero potuto fare nulla, a parte dirmi di stare tranquilla - e allora, tanto valeva non farli agitare. Perché volevo proteggerli, non volevo che si preoccupassero. Sono una donna forte, o solo un'imbecille? Rispondete con tatto, please.
P.S. Perché tanto so che ve lo state chiedendo un po' tutti... sì, l'appendice è a destra. ;-)